Lavatoi e fontane hanno rappresentato, per secoli, importantissimi luoghi di riferimento per la popolazione.
Fondamentali per consentire un comodo approvvigionamento d'acqua, costituivano anche punti di ritrovo e socializzazione per le donne che vi andavano a lavare i panni.Le donne arrivavano con il catino dei panni in testa e passavano il tempo chiacchierando mentre lavavano, scambiandosi pettegolezzi e per questo erano denominati “il parlamento delle donne”.
Girando per la Valle Cervo non pensavo di trovare tanti lavatoi, ogni paese, ogni frazione, ogni gruppo di case ne ha uno o più .Alcuni sono ancora in buono stato, funzionanti e ristrutturati, altri sono in disuso ed abbandonati.Tutti però hanno un proprio fascino, ognuno testimone di un tempo passato.
Ogni volta che trascorro qualche giorno di vacanza a Sassaia non posso fare a meno di andare a lavare al lavatoio. Solo
l’idea mi mette allegria; ritornano alla mente ricordi infantili legati a persone, cose e situazioni ….E’ una bella giornata di sole … e allora preparo tutto: secchio, sapone,
panni ….. Costanza, la mia nipotina, decide di venire con me “a fare il bucato come facevano le nonne” e penso che tra poco lei farà esattamente quel che facevo io: spruzzi, risa,
scherzi... sembra siano passati mille anni.Tra me e me canticchio “la bella lavanderina, che lava i fazzoletti …..”.Mi piace. Trovo che sia un gran divertimento tuffare le mani e
i panni nell’acqua limpida e gelata: insapono, strofino, sciacquo e di nuovo insapono, strofino e sciacquo. Costanza, dopo aver strapazzato un fazzoletto, comincia a giocare. La
riprendo come facevano con me: “ Non ti bagnare tutta, l’acqua è troppo fredda, ti ammali.” Ovviamente sono parole al vento. Intorno al lavatoio non c’è nessuno, la vasca di
pietra colma d’acqua riflette la luce del sole. Paola Colasanti |
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